Egli sta e contempla. Scrutando, silente, assente, il mondo vivo in fronte a sé. Le sue possibilità. Ed i sogni, le tragedie, vecchie albe e nuovi tramonti.
Poichè in sé è racchiusa l'essenza che l'uomo chiama Dio: trascendente, immortale, immanente ed onnipotente. E pur tuttavia, da molto e molto tempo oramai, egli ha abiurato questa sua funzione - anzi no, questo suo essere. Rapito infatti dal giocattolo ch'Egli medesimo ha messo in moto, ne osserva l'incessante trottolare; ora impetuoso, poi gioioso, quindi triste e alfin subitaneo, come lampo guizzante, eccolo stramazzare e svanire. Come non muoversi a stupore, come non ammirare tanta meraviglia? Perfino la Sua mente par cedere, lungo un solo infinito istante, oppressa da infinite possibilità; settanta volte sette, secondo il Padre e Figlio prediletto - un numero perfino più grande ed inconcepibile delle cose a cui ha dato nome, estraendone forma e forza e vita dai meandri neutri del Caos.
Dove il crepuscoilo fra sanità e follia? Quale il confine tra il bene ed il male? Impossibile fissare, malato pretendere di stabilire con certezza; stolto perfino ritenere di comprenderne l'entità e la posta di gioco. Meraviglioso è il calarsi nel flusso incessante dell'emozione che zampilla spontanea, rigogliosa, costante; almeno quanto doloroso il risveglio. La consapevolezza che penetra come coltello nel burro, algida e inarrestabile, poi bruciante come dolore che divampa improvviso.
Al di là dell'uomo e delle sue congetture, giace infatti il Dio eterno ed immutabile; Signore degli Eserciti e Creatore dell'Universo, primo motore della storia e dell'esistere medesimo. Come un generale impassibile od un giudice infallibile, egli muove le pedine; queste le esalta, quelle le punisce, quelle altre ancora le tralascia, dipanando le infinite vie entropiche che disegnano la rete tessuta chiamata Vita.
Ma seppur Egli sia totale e perennemente nel giusto, senza macchia nè errore, non ci si sbagli a considerarlo incapace d'emozione; poichè anche l'Arbitro Supremo è corruttibile. Palesandosi per ciò che è senza venire conosciuto come tale, egli s'interessa zelante alle pedine che muove sullo scacchiere; privo di timore e vergogna si tuffa nel gioco, donando capacità e potere ai figmenti che dal Suo potere generatore discendono. Con il lento fluire del tempo scorre sempre più veloce l'ardore, e con esso s'evolve il mondo che il Creatore dona a sé ed a coloro che gli prestano ascolto; ma se solo osserviamo bene, con attenzione, vedremo che il volto è sempre più livido, l'espressione dolente e l'interesse distorto.
Ed appare come una forza d'amore, ma invece non è che il suo riflesso gemello ed opposto... che creatura distorta, l'Intelletto dell'Uomo.
Edited by Evil Crusader - 15/3/2012, 15:58
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